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Firma grafometrica, ecco perché si rafforza

 il ruolo del grafologo giudiziario

Nonostante le resistenze fra operatori del settore le nuove soluzioni aprono scenari inediti nei processi documentali in vista di una totale dematerializzazione. Al centro la raccolta di dati biometrici in grado di garantire validità giuridica ai documenti. Vantaggi, criticità e stato dell’arte della ricerca


La firma grafometrica per i documenti digitali apre una nuova frontiera per i grafologi giudiziari. La raccolta di dati biometrici di chi sottoscrive consente una “misurazione strumentale” di caratteristiche della scrittura finora quantificabili solo sommariamente. Un nuovo passo verso la totale digital transformation del processo documentale.


La “firma grafometrica” può essere definita come una sottoscrizione ibrida che coniuga il gesto autografo della firma manoscritta con dei dati oggettivi acquisiti per il tramite di una specifica tecnologia informatica.


Se inserita in un processo definito nel DPCM 22.03.2013, chi decide di dotarsi di questa tecnologia la può utilizzare come firma elettronica avanzata. La particolarità della firma grafometrica è che le componenti espressive del gesto grafico vengono tradotte in elementi quantitativi e dinamici – attraverso la rilevazione dei c.d. parametri biometrici (pressione, tempo, posizione) – e la misurazione della velocità grafica e dell’accelerazione – quali grandezze derivate, calcolate dal software. Il linguaggio informatico traduce, quindi, in grandezze quantitative il prodotto dell’atto dello scrivere[1] .


Un cambiamento tecnologico che, però, sembrerebbe sollevare nuove obiezioni alla grafologia peritale. in quanto come sempre, dinanzi ad ogni innovazione e novità, non mancano resistenze e pregiudizi. Al contrario, lo studio del gesto grafico e l’interpretazione della scrittura si rinnovano, rispondendo a nuovi input di ricerca.

Un nuovo ruolo per il grafologo giudiziario

Si potrebbe erroneamente pensare che l’informatica sostituisca l’“esperto in grafologia giudiziaria”. In realtà, proprio grazie all’interazione con l’innovazione tecnologica in generale e l’informatica in particolare, la grafologia giudiziaria si arricchisce di ulteriori strumenti di analisi, di prova e valutazione divenendo possibile la “misurazione strumentale” di caratteristiche della scritture quali ad esempio la pressione grafica, la velocità o l’accelerazione in un singolo punto del tracciato, con strumenti di precisione con bassissima tolleranza (cioè con bassissima probabilità di errore nel rilevamento), fino ad ora quantificabili sommariamente con altri metodi.


Il Provvedimento in tema di biometria n. 513 del 12.11.2014[2] afferma, e riconferma, il ruolo e le competenze del grafologo anche in tema di firma grafometrica: “Nella firma grafometrica si costituisce, infatti, un set di informazioni biometriche che, con l’ausilio di tecniche crittografiche, viene strettamente associato a un determinato documento informatico, in modo tale da consentire ex post lo svolgimento di analisi grafologiche da parte di un perito calligrafo sulla genuinità della sottoscrizione, analogamente a quanto avviene con le firme sui documenti cartacei”: il grafologo giudiziario (anche se viene ancora definito in modo obsoleto “calligrafo”) è l’esperto per procedere all’esame delle firme grafometriche.


I pilastri scientifici di base

Con la firma grafometrica si aprono nuovi orizzonti di studio. La traccia grafica registra le interazioni tra la struttura costituzionale neuro-biologica ereditaria dello scrivente, la sua sensibilità, la sua storia personale, la memoria delle sue esperienze, operando una stretta corrispondenza tra spinte vettoriali e meccanismi neurofisiologici[3].


La scrittura, dunque, come le impronte digitali o il D.N.A è un “segno” altamente individuale: ciascuno di noi ha caratteristiche scrittorie peculiari, uniche e connotative[4].


Ciò non vuol dire che sia una scienza infallibile, ma l’utopia della certezza assoluta non invalida il carattere scientifico di un accertamento, anche grafologico.[5] Il perito potrà commettere un errore di valutazione, ma ciò non invalida la scienza a supporto delle valutazioni stesse.[6]


“Ogni indizio, a seconda dell’accuratezza con cui è stato rilevato, produce una probabilità che un sospetto sia stato sul luogo del crimine, ma mai una certezza, solo l’approccio di più indizi, alla fine può dare ai giudici il convincimento necessario a condannare una persona” scrive in un articolo Alex Saragosa.[7]


Le nuove competenze richieste al grafologo giudiziario

Come opererà il grafologo giudiziario nei casi di accertamento su firme grafometriche e quali competenze dovrà avere?


Nei procedimenti di verificazione su documento cartaceo, il Grafologo Giudiziario, per giungere ad una conclusione basata su “rigore” e “oggettività”, si affida all’applicazione di parametri grafotecnici, generali e particolari, fondati su principi e leggi di grafiche[8].


Il punto di verifica: disconoscimento della firma

Interrogativi si pongono circa le modalità di accertamento in ipotesi di disconoscimento di una firma grafometrica.


Come potrà essere analizzato il gesto grafico codificato in linguaggio informatico? Il parametro di osservazione sarà ancora grafologico o grafologico/informatico?


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